E la prima settimana del 2022 è andata!
E la prima settimana del 2022 è andata!

E la prima settimana del 2022 è andata!

La prima settimana del 2022 è andata, era un dente che andava tolto ed ormai appartiene al passato! Cosa succederà d’ora in poi? Chiaramente non essendo un mago non posso saperlo ma la prima settimana non è stata particolarmente brillante e se non altro si intravedono nuvole all’orizzonte. Invito a ascoltare questo video di Class CNBC-Milano Finanza che trovo molto puntuale e abbastanza oggettivo, un regalo di inizio anno per cui sento di ringraziare postando il link: https://video.milanofinanza.it/video/la-fed-diventa-piu-falco-per-i-tech-peggiore-inizio-anno-dal-2008-giTtBMKMZ9wn?jwsource=cl

Quali sono le nuvole all’orizzonte? Certamente possiamo annoverare le previsioni di rialzo dei tassi di interesse, che portano ad aumenti del costo degli indebitamenti aziendali (soprattutto di quelli ritenuti growth ad alta leva finanziaria) e ad alzare i rendimenti dei titoli di stato che iniziano ad essere più appetibili (a maggior ragione se si pensa alla corsa dell’azionario degli ultimi anni e al periodo difficile che stiamo attraversando); ma anche la pandemia è una grossa nuvola minacciosa, due anni che si cerca di contrastarla convivendoci ma che comunque per i numeri che stiamo vedendo in questi giorni non sembrerebbe allentare la morsa; infine, non per minore importanza, poniamo nuovi scenari e tensioni geopolici che sembrerebbero avanzare. Di quest’ultimo punto tratteremo in seguito.

Però ci sono anche argomenti a favore di un trend ancora tonico, per esempio stiamo entrando nella stagione degli utili che non sembrerebbe per ora ravvisare problemi, anche l’ultimo trimestre dello scorso anno non dovrebbe aver arrestato le vendite delle aziende soprattutto USA. Inoltre, ormai abbiamo capito che i dati della pandemia sono molto sensibili alle temperature esterne per cui il problema dovrebbe evidenziarsi fino ad aprile.

Quale indicatore potrebbe essere utile monitorare? Personalmente credo che molto potrebbe dirci l’osservazione dei grafici sottostanti. Il livello dei rendimenti del T-Bond a 10 anni (l’obbligazione di stato degli Stati Uniti d’America) potrebbe aiutarci a capire come si muovono i macro-flussi. Infatti, se i rendimenti dovessero diventare particolarmente appetibili, potrebbe tornare di moda il fly-to-quality ossia la migrazione dei capitali oggi investiti su asset rischiosi (azionario in primis) su asset meno rischiosi e almeno sufficientemente remunerativi.

Grafico mensile dal 1970. Dati elaborati del sito www.investing.com
Grafico giornaliero da giugno 2015. Dati elaborati del sito www.investing.com

La sensazione è che solo al raggiungimento del 2,5% di rendimento del T-Bond USA 10A si innescheranno grandi flussi di acquisti, dovuti appunto al fly-to-quality, che porteranno a far risalire i prezzi dei sottostanti (detti “corsi”) riportando, almeno temporaneamente, giù i rendimenti del decennale americano.

Attenzione però, i rendimenti si muovono sulla base delle aspettative e uno 0,75% di rialzo (oggi sono all’1,76%), ipotizzando 8 rialzi preventivati dalla FED entro metà 2023, potrebbero essere raggiunti sia entro fine marzo come a fine anno, se si arrivasse a 3 rialzi dei tassi USA già realizzati! Ogni rialzo dei tassi si pensa possa essere pari ad un quarto di punto, ossia 0,25%.

Staremo a vedere, non resta che tenere le dita incrociate sperando in una svolta positiva della pandemia, un incremento sensazionale degli utili societari e magari in una inflazione che inverta la tendenza per via di un ribasso dei prezzi dell’energia dovuto a fattori ad oggi non ben individuabili. Non è probabile ma può succedere e le nostre speranze sono in quest’ultima direzione.

Casper
Author: Casper

Consenso ai cookie con Real Cookie Banner