PAC – Come investire nel mercato azionario limitando i rischi
PAC – Come investire nel mercato azionario limitando i rischi

PAC – Come investire nel mercato azionario limitando i rischi

Di articoli sui piani di accumulo capitale (PAC) ne sono stati scritti tantissimi e certamente sono a disposizione di tutti. Qui cercheremo di approfondirli anche da un punto di vista matematico.

Cosa è noto? Il fatto che, soprattutto nelle fasi di incertezza o di mercati calanti, la possibilità di frazionare il capitale investendolo in momenti diversi permette di attutire il rischio perché il prezzo di ingresso finale è una media dei vari prezzi di acquisto. Che vantaggio ci darebbe la media anziché un prezzo di ingresso rilevato in un unico momento? Quello di non dover scegliere un prezzo a cui investire un capitale ben determinato! Ci pare poco? No è tanto!  Infatti, un prezzo di ingresso dovremmo razionalmente sceglierlo nei frangenti di mercato in cui siamo sufficientemente confidenti di acquistare a un prezzo sottovalutato rispetto alle aspettative di crescita di una determinata attività finanziaria. Oltre al fatto di essere di competenza di pochi, c’è anche da dire che capita molto di rado di avere momenti in cui possiamo affermare che un’attività sia così sottovalutata da pensare di prendere una cospicua parte del nostro patrimonio ed investirla con tranquillità. Quindi, va da se che, avere la possibilità di saltare a piè pari tutte le considerazioni macro e micro economiche, l’analisi di bilancio delle singole attività finanziarie (a volte di tutte quelle che compongono un determinato indice), e il timing esatto di ingresso anche in virtù dei rumors di mercato, mi fornisce molti meno grattacapi che il doverlo fare. 

Perché a maggior ragione oggi il pac è lo strumento ideale per investire nei mercati azionari? Perché le obbligazioni non restituiscono rendimento (o lo fanno in modo molto residuale) e sono penalizzate dai tassi di interesse ormai previsti al rialzo dalle banche centrali.

Dove investiamo i nostri patrimoni? Nelle azioni ma….occhio perché stanno salendo da 12 anni e tutto sembrano tranne che sottovalutate. 

Come investire in queste condizioni? Frazionando molto i momenti di ingresso e pensando di utilizzare questi capitali dopo un decennio, tutto il resto è noia!

Facciamo un esempio di andamento di una attività finanziaria e compariamo le due soluzioni di investimento: unica soluzione e piano di accumulo capitali (PAC).

L’attività in questione è reale e corrisponde ad un fondo esistente ma non interessa in questa sede dettagliare quale sia al fine della pura dimostrazione matematica del funzionamento del pac rispetto al pic. Come possiamo notare direttamente dal grafico la curva arancione, che rappresenta il pac, non solo dopo due anni di oscillazioni è superiore a quella verde del pic (cosa non automatica) ma è soprattutto molto meno volatile.

Vediamo di capire il perché dai numeri. L’acquisto frazionato non produce un prezzo di acquisto frutto della media semplice dei vari prezzi di acquisto ma, dato che l’importo investito è sempre lo stesso al variare invece del prezzo delle quote, ad ogni acquisto a cambiare è il numero di quote che, più il prezzo scende, più aumentano. Supponendo anche di scegliere di chiudere la posizione (ossia di vendere) quando il prezzo è risalito, più quote avrò acquistato nel tempo e maggiore sarà il risultato finale. In pratica, variando il numero di quote, ogni volta che il prezzo scende ho la possibilità di mediare il prezzo di acquisto schiacciandolo verso il basso, cioè verso i minimi di prezzo toccati dall’attività finanziaria.

Si vuole sostenere che il pac è sempre vincente nei confronti del pic? No, è di tutta evidenza che in un mercato prevalentemente rialzista per diversi anni (come dal 2009 al 2021) il pic risulterà vincente perché la totalità delle quote è stata acquistata all’inizio del rialzo (nell’esempio appena citato, nel 2009). Mentre, sia nello scenario di prezzi che scendono, sia in quello in cui i prezzi prima scendono e poi risalgono e di mercato laterale, sia con basse che con alte oscillazioni, il pac risulterà vincente rispetto al pic!

E’ anche evidente che, per funzionare bene, un piano di accumulo necessita di oscillazioni, più sono sostenute e più l’effetto media schiacciata al ribasso diventa efficace. Un pac su fondi obbligazionari non avrebbe molto senso.

Quindi, se avete del tempo a disposizione perché lo scopo del vostro risparmiare si potrà realizzare almeno dopo 5 o, meglio, 10 anni (es: pensione, università o prima attività dei figli, ecc…), che state aspettando, correte a sottoscrivere un bel piano di accumulo capitali (PAC)!!!

Artù
Author: Artù

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