Dopo settimane di movimento ribassista, forse la speranza di una tregua che aiuti la riflessione c’è. Infatti siamo alla seconda candela “giornaliera” di rimbalzo consistente dello S&P500, in un contesto di mercati europei resilienti rispetto al resto degli indici mondiali. Di certo sembrerebbe che gli operatori di mercato stiano riflettendo. Ben inteso, il quadro non si può dire positivo: comunque la candela settimanale è rossa (chiusura di venerdì inferiore all’apertura di lunedì), massimi e minimi inferiori a quelli della settimana precedente. Insomma, il trend è certamente ribassista in modo intatto ma la sensazione è che almeno una chance dopo gli ultimi due giorni sia nell’aria. A questo aggiungiamo che siamo comunque alla sesta candela rossa e che statisticamente una verde dovrebbe essere non troppo lontana.
Teniamo le dita incrociate e speriamo che la prossima settimana chiuda ad un livello superiore all’ultimo sensibile: 4.078 punti (+1,36% dalla chiusura e corrispondente al massimo di questa settimana).
Ovviamente non ritengo che siano mercati da acquistare per chi fosse in liquidità, ma una piccola speranza che l’emorragia si arresti la nutro, per lo meno nel breve termine.
Il quadro a medio-lungo, sia tecnico-grafico che macroeconomico (percorso inflativo e relativo rialzo veloce dei tassi, approvvigionamenti difficoltosi per i lockdown cinesi e porti chiusi ucraini, cambio sempre più sfavorevole per l’EURO e forte rischio Fly To Quality per via dei tassi obbligazionari USA in rialzo e vicini a 3,25% sul decennale, ecc…), resta ancora molto preoccupante!
Di seguito il quadro complessivo di lungo termine, almeno da un punto di vista grafico (che non fornisce nessuna certezza, decliniamo qualunque responsabilità su quanto potrà accadere in futuro).
Per come leggo i dati ci andrebbe benissimo se questa onda ribassista si arrestasse tra i 3.450 e i 3.500 punti (tondino rosso n°1, corrispondente anche all’allungo del mercato post doping della FED del secondo semestre 2020) e meno bene se si prolungasse fino ai circa 2.700 punti (tondino rosso n°2). Oggi siamo ad un livello sensibile che speriamo tenga ma è indubbio che, oltre ai venti contrari enunciati sopra, i P/E sono ancora a 31,68 (rispetto ai circa 17 di media storica) e un indice di Buffet ancora tra le linee che indicano la deviazione standard X1 e X2 (anche se il grafico non è stato ancora aggiornato, visto l’andamento dei prezzi dell’ultima settimana, presumo che l’indicatore sia sceso di poco)!
Sempre a mio modesto avviso, ovviamente non è affatto ne detto e ne tantomeno necessario che l’indice di Buffet arrivi ai -20% del 2002, che ricordiamo avere analogie con il presente perché fu il movimento ribassista successivo al più lungo periodo di rialzo dei mercati finanziari della storia (prima di quello appena concluso), ma è altrettanto lecito ipotizzare che statisticamente sia probabile che scenda ulteriormente dai valori attuali.
Spero che questo primo livello raggiunto (cerchietto blu nel grafico settimanale dello S&P500) tenga, anche se ipotizzo che se così fosse ci aspetterebbe un periodo lungo di lateralità perché gli indicatori di sopravvalutazione andrebbero comunque scaricati ancora un bel po’.
Stay tuned!