L’inflazione USA è tutt’altro che sotto controllo, il nuovo dato è inaspettato e segna che il miglioramento di agosto è forse, addebitabile solamente alle oscillazioni positive del petrolio, forse temporanee. Purtroppo i mercati sembrano lontani da un punto di inversione e restano bearish. Ormai la FED è intenzionata a contrastare l’aumento dei prezzi e per farlo dovrà raffreddare l’economia, in pratica creare una recessione con la speranza che non calchi troppo la mano e sia soft.
Vediamo il grafico dello S&P500 per le considerazioni settimanali
E’ evidente che non potremo pensare ad una inversione del trend concretamente affidabile fino al superamento della trend-line discendente (resistenza), mentre sarà più probabile che nel breve si vada a testare quella orizzontale a quota 3.820, per poi saggiare i nuovi minimi. Se il mercato superasse gli ultimi minimi relativi si potrebbero raggiungere prima quota 3.280 e po 3.090 (come individuato da Goldman Sachs).
Teniamo a precisare che tutto ciò è da considerare solo in termini probabilistici e nulla è certo, potrebbe benissimo succedere che da lunedì, per qualche fattore esogeno, i mercati inizino una salita verticale che porti a nuovi massimi assoluti entro fine anno. Ovviamente qui non si parla di operatività o suggerimenti di acquisto/vendita. Questi sono esclusivamente responsabilità dei singoli investitori.
Non c’è molto altro da dire tranne che mercoledì 21 settembre sarà il giorno fatidico dell’ulteriore rialzo dei tassi USA, se dovesse essere di 75 o 100 basis point (0,75% o 1,00%) purtroppo lo scenario acquisirebbe tinte fosche.
Buon fine settimana.