Nuovi minimi
Nuovi minimi

Nuovi minimi

“Tanto tuonò che piovve”(Socrate). Nuovi minimi raggiunti!

Non è mai bello quando l’avverarsi di alcune analisi comportano la perdita di capitali per povera gente che con questo mondo ha poco a che vedere. Mi riferisco a fondi pensione, polizze assicurative a contenuto finanziario, portafogli di investimento costruiti sempre più liberamente da pseudo-professionisti che più i mercati salgono e più profetizzano ciò sia la prova provata che saliranno per sempre, che l’unico modo per investire sia farlo sull’azionario. Ho sentito questa tiritera nel 1999 e non ha portato nulla di buono: Nasdaq -85% e indici generici, mediamente diversificati, che persero il 55%. Il Nasdaq ha rivisto i massimi del 2000 nel 2015.

Credo che oggi stia diventando evidente a tutti, purtroppo in modo costoso, che non è sufficiente utilizzare dei metodi di investimento appropriati come entrare in modo frazionato, avere un arco temporale sufficientemente lungo (ormai si parla di 10 anni, nel 2000 erano 5 anni e dopo il 2010 eravamo passati a 7anni. In fondo dipende dal ciclo economico-finanziario medio che va allungandosi sempre più!) e diversificare il più possibile. Questi metodi ti salvaguardano nel 90% dei casi, giusto le statistiche intercettate dalla curva gaussiana utilizzata per elaborare i vari modelli econometrici come Ibbotson, VAR e via discorrendo. Nel 10% dei casi abbiamo le cosiddette code, ossia il 5% di probabilità è a favore di rialzi fuori dal comune e il 5% restante che possano realizzarsi eventi più infausti del previsto.

Come fare per evitare che il lavoro faticosamente profuso e le performance altrettanto faticosamente raggiunte in anni di rischi corsi (dal 2009) siano vanificati da un mercato orso fuori dal comune (come nel 2000 e nel 2008)? Semplice a dirsi e difficile a farsi, bisogna essere preparati e capire di macroeconomia e modelli econometrici in grado di riconoscere una bolla speculativa (studi di Buffett, di Shiller, ecc…)!

Perché la maggior parte degli operatori di settore non lo farebbe? Perché comporta tanto studio, spesso non remunerato, e serve solo per ripararsi nel 2,5% dei movimenti di mercato! Ossia, alcuni penserebbero che in 40 anni di lavoro dovrebbero prepararsi per evitare 1 anno di estrema difficoltà! E’ così? Se pensiamo al fatto che ciò che accade nel 2022 è già accaduto nel 2000 e nel 2008, direi assolutamente di no, non è corretto!

Come sono andati i mercati questa settimana?

Poco c’è da scrive su quanto accaduto, non vorrei riprendere concetti già esposti nell’articolo della scorsa settimana che invito a rivedere qui. Direi che il movimento in corso è ribassista e prosegue verso i prossimi obiettivi dopo aver appena superato gli ultimi minimi relativi. Quali? Senza fare profezie inconsistenti e ricordando che si parla di statistica grafica e non di certezze, oltre al fatto che ognuno è responsabile delle decisioni di investimento che prende (ciò che scriviamo su questo blog serve solo per fornire punti di vista che non hanno la pretesa di essere spacciati per verità assolute), proviamo a individuarli nel prossimo grafico dello S&P500 mensile.

Le percentuali tra parentesi sono le perdite dagli ultimi massimi assoluti!

Se dovesse succedere quanto avvenuto nel 2000, consideriamo che finora non si è ancora visto il panico sui mercati finanziari e che la recessione deve ancora mostrare i suoi effetti e che si pensa che durerà 5 trimestri fino a tutto il 2023, non sarebbe così bislacco rivedere i minimi di marzo 2020 che ci riportarono alle quotazioni del 2017 (che nel 2023 corrisponderebbero a 6 anni indietro)!

Succederà? Non possiamo saperlo ma il rischio è concreto e noi saremo qui a monitorarlo e commentarlo!

Buon fine settimana.

Casper
Author: Casper

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