Lo sgambetto della Silicon Valley. La scorsa settimana, dopo un articolo dai toni moderatamente positivi per via di un segnale che sembrava fugare dubbi sulla tendenza rialzista in atto, mettevo comunque in guardia da un potenziale respingimento sotto una importante resistenza. Scrivevo: “Perché non sarebbero rose e fiori? Perché in realtà i prezzi sono rimbalzati sul supporto (che era una resistenza di lungo termine) ma ora sono proprio sotto una resistenza (ex supporto che unisce i minimi da ottobre in poi, la freccia verde)“. La forza del mercato sembrava tale che solo il concretizzarsi di una notizia negativa poteva evitare la rottura della suddetta resistenza. Lo sgambetto è arrivato dalla Silicon Valley, dove la banca che principalmente ha finanziato le start-up tecnologiche (la “SVB – Silicon Valley Bank”, attiva dal 1987), prima è entrata in brutte acque e poi è stata definitivamente chiusa e messa in liquidazione (fallita, sembrerebbe in 3 giorni da mercoledì a venerdì). Chiaramente queste cose non si “determinano” in 3 giorni ma tanto ci è voluto per diventare evidente al pubblico e raggiungere il triste finale epilogo.
Ma, a prescindere dalla vicenda bancaria in se e dalle implicazioni che ha avuto su tutti gli indici internazionali per paura di un effetto contagio sui sistemi bancari, come si sono mossi i prezzi?
Come si può notare, il mercato ha ripiegato (senza violare la resistenza, rappresentata dalla freccia verde) finendo addirittura nuovamente nel canale ribassista disegnato dallo S&P500 da gennaio 2022 (ormai 14 mesi). Lo ha fatto, bucando di slancio la resistenza che era posizionata a 3.880. Naturalmente, non vanno tratte conclusioni drastiche visto che si tratta di un impulso legato ad una pessima notizia, ma per confutare questo segnale ci vorrebbe un movimento di aggiustamento contrario che si dovrebbe realizzare in brevissimo tempo (la prossima settimana). Ovviamente, questo genere di mercato è quantomai volatile e non sarebbe appropriato trarre conclusioni direzionali. Ricordo che l’analisi tecnica è statistica e non esiste una popolazione statistica tale da poter trarre un modello comportamentale più probabile di altri in circostanze come questa (in parole povere, non è che negli ultimi 100 anni siano fallite 1.000 banche delle dimensioni di Lehman Brothers o SVB – quest’ultima molto più piccola della prima – da poter rilevare che mediamente nei giorni successivi il mercato si è comportato prevalentemente in un determinato modo). Mi limito a scrivere che, se non fosse per la vicenda SVB, ci sarebbe da notare il rientro nel canale ribassista che resta in piedi da 14 mesi. Naturalmente, se le autorità USA dovessero rassicurare dimostrando che il rischio contagio è scongiurato e nel fine settimana (come sembrerebbe) i clienti della SVB dovessero trovare sistemazione in un’altra banca, anche loro rassicurati sui propri risparmi, da lunedì qualcuno si dovrebbe chiedere come mai titoli di altre aziende (di altri mercati, ecc…) che avevano un determinato valore martedì sera scorso, ora valgono anche il 20% in meno.
Nel frattempo ci sarebbero sempre tutte le altre questioni aperte: rialzo tassi BCE di giovedì 16 marzo (previsti +0,50%), la guerra in Ucraina che torna a rivedere le armate russe in piena attività post-invernale sui territori invasi, inflazione critica, ecc… C’è anche da sottolineare la forte indecisione sul rialzo dei tassi FED, infatti nel corso della settimana Powell, durante la sua testimonianza al Congresso degli Stati Uniti, ha usato una determinazione ancora più da “falco” in risposta alle domande incalzanti dei politici sulla necessità di alzare ulteriormente i tassi di interesse. Stando alle sue dichiarazioni, non ci sarebbero livelli prestabiliti ma la Fed vede come unici obiettivi il ribasso dell’inflazione e mantenere un livello accettabile dell’occupazione, oggi stabile sui massimi di sempre. Questo ha generato un incremento delle aspettative sull’entità del rialzo del tasso ufficiale di sconto USA nel corso della prossima riunione del 22 marzo.
A tutto questo aggiungo, quasi come se non ci fosse già troppa carne a cuocere, che venerdì 17 marzo è il terzo venerdì del mese di fine trimestre (scadenza chiamata in gergo “delle tre streghe”) in cui scadranno i derivati inerenti i future, opzioni e premi. Di solito, proprio quando poco prima ci sono stati movimenti repentini e inaspettati, gli operatori sono costretti a ricoperture drastiche danno luogo a movimenti non convenzionali sui mercati.
La volatilità sarà alta e noi ci ritroveremo sempre qui, il prossimo weekend, a raccontarvi la nostra opinione. Buon fine settimana.