Fino ad oggi abbiamo parlato di minusvalenze ma, per affrontare la tematica inerente il recupero delle stesse, è bene sapere nel dettaglio cosa sono.
In pratica si genera una minusvalenza quando si decide di vendere, o viene rimborsato, un prodotto finanziario ad un prezzo più basso rispetto a quello di acquisto. In quel preciso momento nasce un credito fiscale che si può recuperare entro fine anno del quarto anno successivo. Ad esempio se si vende in perdita un’azione a Maggio 2022 si ha la possibilità di recuperare la minusvalenza registrata entro il 31/12/2026.
Ma dove vengono registrate le minusvalenze?
All’attivazione di un rapporto con una Banca o una SIM, si accende un dossier titoli (elemento essenziale per poter effettuare gli investimenti); sul dossier titoli vengono annotate tutte le operazioni che vengono effettuate nel corso dell’anno.
Alla fine di ogni anno la banca o la SIM emette un “documento fiscale” che riassume la posizione dell’investitore relativamente alla sua posizione in merito, altrimenti detto “zainetto fiscale”. Il documento fiscale è un report analitico di tutte le operazioni in prodotti finanziari che sono state effettuate nel corso dell’anno; l’elenco ricomprende sia le plusvalenze sia le minusvalenze registrate dai singoli prodotti.
In sintesi possiamo pertanto affermare che se si realizza una perdita, ovvero una minusvalenza, questa viene accantonata nel cosiddetto zainetto fiscale e si recupera nel momento in cui si realizza una plusvalenza entro i quattro anni successivi.
Qualora non ci fossero minusvalenze da recuperare se uno strumento finanziario ha dato un guadagno automaticamente viene tassato al 26% oppure al 12,5% se parliamo di titoli di stato.
Per non perdere l’occasione di recuperare il credito è importante generare delle plusvalenze preferibilmente entro la fine di ogni anno; questo principio è inappuntabile sotto il profilo accademico ma nella pratica sappiamo che non è sempre possibile; in questo caso si debbono mettere in campo azioni per far sì che le minusvalenze non scadano finanche ad arrivare ad un loro “rinnovo” . In merito non voglio avventurarmi a spiegare la tecnica usata per consentire questo ma suggerisco di affidarsi ad un professionista capace di poter attuare questa tecnica.
Oggi ci concentriamo ad analizzare le metodologie e quali strumenti finanziari sono adatti al recupero.
L’azione più sicura è vendere titoli in portafoglio, per esempio azioni, che stanno generando un guadagno;
Una seconda opzione è acquistare strumenti finanziari creati ad hoc per recuperare le perdite. Si tratta di Certificates Maxicoupon, che prevedono il pagamento della prima cedola in cui viene incorporato gran parte del rendimento potenziale che si può ottenere durante la vita del certificato. Anche in questo caso suggerisco di affidarsi ad un professionista in grado di assistervi adeguatamente nell’operazione e che sappia guidarvi in sicurezza.
In sostanza la gestione fiscale di portafoglio è una variabile di cui tenere sempre conto; una buona gestione finanziaria aumenta il rendimento del portafoglio senza eccessivi sforzi a fronte di una perdita di opportunità se non viene considerata.
Poiché le minusvalenze vengono generate anche dalle commissioni bancarie applicate all’acquisto dei vari strumenti, il suggerimento che mi sento di dare ad ogni risparmiatore è quello di andare presso la propria banca e chiedere la propria posizione fiscale per trarne le debite conclusioni.
Vi anticipo che troverete delle “sorprese” di cui non eravate a conoscenza; nota positiva è che lo zainetto fiscale può essere trasportato da una banca all’altra a condizione che venga estinto il dossier titoli presso quella in cui si sono generate.
Vi dò appuntamento al prossimo post in cui parleremo ancora di tecniche di recupero delle minusvalenze.