Cos’è una obbligazione?
Cos’è una obbligazione?

Cos’è una obbligazione?

Un’obbligazione è un titolo rappresentativo di un “debito”, stiamo prestando dei soldi all’emittente dell’obbligazione (che così potrà finanziare la gestione straordinaria, es: piani di sviluppo; oppure ordinaria, es: superare un periodo di difficoltà o finanziare il normale funzionamento di diversi apparati, magari statali). C’è una bella differenza tra le “obbligazioni” e le “azioni”, che invece sono titoli rappresentativi di una quota societaria (un piccolo pezzo di proprietà). L’obbligazionista è un “creditore”, l’azionista è un “socio”.

Fatta questa puntualizzazione, trattiamo alcune singole caratteristiche principali:

  • Cedole
  • Capitale di rimborso;
  • Remunerazione (Rendimento)

1.- Cedole

Le cedole sono una rendita periodica stabilita sin dall’inizio nel prospetto di emissione dell’obbligazione (il documento obbligatorio che l’emittente deve emettere per illustrare le condizioni legate alla sottoscrizione del titolo e ai diritti che si acquisirebbero sottoscrivendo lo strumento). Tutte le obbligazioni possono distribuire cedole oppure no ma deve essere stabilito sin dall’inizio. In realtà anche qui ci sono delle eccezioni, può essere stabilito un vincolo alla distribuzione e all’entità delle cedole (se è presente uno stacco di cedola solo al verificarsi di un dato evento oppure se l’ammontare sarà determinato da una specifica formula).

A volte è previsto che non ci siano cedole, cosiddetti titoli “zero coupon”(senza cedole), in questo caso il prezzo iniziale del titolo sarà inferiore al capitale nominale restituito a scadenza (es.: 100) e la differenza tra capitale a scadenza e capitale iniziale sarà la remunerazione del sottoscrittorees per aver prestato quei capitali.

Quindi le cedole possono essere di tipo diverso. Le due categorie maggiormente presenti sul mercato sono: cedole a tasso fisso e a tasso variabile. Il tasso altro non è che la percentuale di remunerazione che sarà percepita per aver concesso quei capitali in prestito. Da ora in poi chiameremo questa remunerazione “INTERESSE”, che oltre a sembrare più fico è il termine tecnico utilizzato da tutti sulla documentazione ufficiale (è il caso che prendiamo confidenza con la terminologia che utilizzeranno con noi gli intermediari a cui ci rivolgeremo).

Le cedole a tasso di interesse fisso sono determinate percentualmente sin dall’inizio, quelle a tasso variabile sin dall’inizio è determinato l’indicatore a cui saranno agganciate con rilevazione periodica (indice ISTAT, Tasso BCE, ecc…). Al tasso di interesse preso come riferimento può essere aggiunta o sottratta una percentuale fissa (Indice Istat – 0,75%, Tasso BCE + 1%, ecc…).

2.- Capitale di rimborso

Il capitale di rimborso è quanto sarà restituito alla fine del periodo stabilito (scadenza), soldi prestati che alla scadenza saranno restituiti. Di solito ammonta al capitale nominale (100 o 1000 o altro stabilito nel prospetto di emissione). Il valore rimborsato può corrispondere al valore nominale o anche comprendere delle maggiorazioni o riduzioni dovute a condizioni stabilite sin dall’emissione (anche collegate all’andamento di determinati indici scelti).

3.- Remunerazione (rendimento)

La remunerazione, o rendimento, di una obbligazione è il compenso per aver prestato i capitali sottoscrivendo l’obbligazione. Questo rendimento non può ne essere troppo basso perché non sarebbe appetibile per i potenziali acquirenti dell’obbligazione e neppure troppo alto perché comporterebbe costi elevati per l’emittente che appesantirebbe negativamente i propri bilanci.

Quale potrebbe essere un giusto tasso di remunerazione? Quello legato al tasso libero da rischio (risk free) presente sul mercato maggiorato di un premio per il rischio che l’obbligazionista (prestatore) corre di vedere insolvente l’emittente perché fallisce (ndr. va in “default”, termine tecnico british).

Il tasso risk free è spesso identificato o in quello del titolo di stato a brevissimo termine (scadenza da uno a tre mesi) oppure al tasso interbancario BCE (che poi è il tasso che la Banca Centrale Europea applica ai singoli istituti bancari che depositano per una sola notte, overnight, i capitali detenuti dai clienti sui conti correnti).

Il premio per il rischio è valorizzato in base a quanto sia possibile un default dell’emittente. Ci sono delle società esterne e note internazionalmente che lo valutano attribuendo un giudizio di affidabilità finale che si sintetizza in un rating.

Qui sotto le scale dei rating delle maggiori società di settore (Fitch, Moody’s e S&P) estrapolate dal sito di Borsa Italiana Spa: https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/rating.htm

Arrivederci al prossimo approfondimento sui titoli obbligazionari.

Artù
Author: Artù

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