Quale portafoglio in tempi di crisi?
Quale portafoglio in tempi di crisi?

Quale portafoglio in tempi di crisi?

Sono tempi difficili ma si sa: “il denaro è una puttana che non dorme mai!”(Gordon Gekko, nel film “WALL STREET – Money never sleeps”)

Ipotizziamo che quella in corso sia una crisi simile a quelle del 2000 o del 2008, non stiamo dicendo che è così, facciamo una mera ipotesi per ragionare sul tipo di portafoglio che riteniamo possa affrontare meglio un tale periodo.

Naturalmente, le supposizioni seguenti non hanno nulla a che vedere con chi, a parer nostro correttamente, possedesse portafogli ideati per il lunghissimo periodo (minimo 10 anni).

Ci sono strumenti che permettono di guadagnare in qualunque contesto, anche durante le crisi. In questo articolo trascureremo di proposito le cosiddette posizioni ribassiste (dette anche “short” o “corte”, in contrapposizione a quelle rialziste dette anche “long” o “lunghe”), non riteniamo siano per tutti ed è corretto da parte degli intermediari pretendere profili di rischio elevati per consentirne un utilizzo appropriato. Quanto detto, anche se potrebbero tornare molto utili come strumenti di copertura per portafogli rialzisti costruiti per il lungo periodo, sarà oggetto di trattazione in future occasioni.

Bene, ad eccezione degli strumenti derivati ribassisti, di seguito passiamo in rassegna quelli che a parere nostro potrebbero comporre il portafoglio in un periodo come quello considerato.

Equity:

Per ciò che riguarda l’azionario, nei periodi con inflazione alta e in cui i tassi ufficiali di sconto sono previsti in rialzo, è sempre preferibile scegliere titoli value rispetto a quelli growth, ossia con valore intrinseco e non di aziende che puntano ancora ad un forte sviluppo. Sostanzialmente per due motivi: sia perché sono meno indebitate, che comporta meno perdite in bilancio dovute a tassi di interesse passivi in rialzo; sia perché sono quelle che distribuiscono maggiori dividendi, che ammortizzano meglio le discese dei prezzi. Poi, a seguire, naturalmente meglio se i settori di appartenenza fossero legati a beni di prima necessità.

Bond:

Per quanto riguarda il mondo delle obbligazioni, chiaramente quelle che soffrono maggiormente i movimenti di rialzo dei tassi di interesse sono gli strumenti a medio-lungo termine. Sono preferibili, quindi, le obbligazioni a brevissimo termine, le cui scadenze sono così vicine temporalmente da non essere particolarmente influenzate dalle nuove emissioni con remunerazioni più levate, oppure quelle “inflation linked” che aggiornano i propri rendimenti all’andamento dell’inflazione, naturalmente alta altrimenti non ci sarebbe la necessità da parte delle banche centrali di alzare i tassi di interesse. I bond inflation linked sono spesso a medio-lungo termine, quindi va considerato che il loro andamento sarà da valutare a tasso fisso nel periodo che intercorre tra un aggiornamento del tasso ed un altro, questo comporta che spesso scendono con le aspettative di rialzo dei tassi per poi tornare a salire quando il tasso è aggiornato. Sarà necessario valutarle in un lasso di tempo congruo (suggeriamo annualmente). Un esempio di questo tipo di strumenti può essere l’M&G European Inflation Linked Corporate Bond che da inizio anno sino ad oggi ha restituito un rendimento pari a +1,56% con mercati obbligazionari in perdita (anche 5-6%).

Strumenti legati alla volatilità:

Ci sono poi strumenti derivati, ossia contratti legati ad altri strumenti chiamati “sottostanti”, ma anche sicav, collegati all’andamento di una data volatilità. E’ risaputo che i periodi di crisi dei mercati finanziari, con accelerazioni ribassiste, sono quasi sempre accompagnati da un aumento della volatilità. Va da se che questi strumenti salgano all’aumentare della volatilità e possano essere utilizzati anche per effettuare coperture più o meno parziali di portafogli rialzisti. Un esempio di questo tipo di strumenti può essere l’Amundi Volatilità Euro G che da inizio anno sino ad oggi ha restituito un rendimento pari a +4,92% con mercati azionari in sensibile perdita.

Scelte strategiche nel medio-lungo termine su azionario selezionato:

Qui le considerazioni sono di tipo strategico e si basano di volta in volta sulla seguente domanda: “in quali aree geografiche o merceologiche potrei ottenere maggiori opportunità nel contesto attuale?”. Oggi, per esempio, notiamo che la Cina è un’area che quota molto a sconto i propri valori azionari rispetto agli ultimi massimi assoluti sperimentati nel passato addirittura ad inizio 2018 (oggi siamo a circa -35%),

notiamo che la banca centrale (PBOC) ha ancora margine per continuare ad abbassare il tasso ufficiale di sconto (oggi al 4,35%),

che il prodotto interno lordo (PIL) si sta stabilizzando sui valori pre-pandemia e, infine,

che l’inflazione sembrerebbe essere sotto controllo all’ 1,5%

Insomma, a nostro modo di vedere nel medio-lungo termine, potrebbe essere una buona opportunità. Naturalmente non è scritto da nessuna parte che a breve salirà ma almeno sembrerebbe l’economia con più chance di essere tra le prime a ripartire. Oltre al fatto che è ormai notorio che nei prossimi anni molto probabilmentemente diventerà l’area che nel mondo presenterà il maggior PIL annuale in termini assoluti (non pro-capite, scettro che resterà ancora per molto saldamente in mani statunitensi).

Grafico tratto da ‘IL SOLE 24 ORE” (cliccare sul link per visionarlo)

PAC:

Naturalmente lo strumento anticiclico per eccellenza è il Piano di Accumulo Capitali (PAC). Ne abbiamo parlato in questo articolo che invitiamo a leggere (PAC – Come investire nel mercato azionario limitando i rischi). Mai come in periodi di crisi torna utile poter frazionare (parcellizzare) gli ingressi in strumenti azionari che nel lungo periodo offrono opportunità molto interessanti. Dovremmo sottoscrivere PAC per i nostri progetti futuri, per costruire una integrazione pensionistica, per lo studio dei nostri figli, ecc… Non ci dilunghiamo molto perché l’argomento è stato già trattato nell’articolo indicato.

Naturalmente, questi sono solo alcuni degli strumenti che possono essere inseriti in un portafoglio. Sembrerebbe facile utilizzarli per costruire un portafoglio efficiente ma ben altra cosa è concretizzarne uno reale. Dovremmo come minimo rispondere alle seguenti domande:

  • Quale profilo di rischio deve avere? Quanto obbligazionario, azionario o altro inserire?
  • Quale arco temporale deve avere l’investimento?
  • Quali possibilità di manutenzione potrei avere nella cura delle singole scelte di investimento?
  • Come scegliere le singole attività finanziarie? Come interagirebbero le une con le altre?
  • ecc…

Le risposte a queste domande, altre a dare grattacapi ai professionisti più esperti (che utilizzano anche software specifici di comparazione e calcolo delle matrici di varianza e covarianza tra i vari strumenti) potrebbero comportare variazioni di diversi punti percentuali di performance finale. Se non avete esperienza il vero suggerimento che sentiamo di dare su questo blog è sempre lo stesso: rivolgetevi ad un professionista serio o divorate materiale formativo prima di muovervi. Seguiteci, a noi il piacere di trasmettervi quanto di nostra conoscenza.

Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina!

Artù
Author: Artù

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