Doveva essere una settimana determinante per capire la direzione del mercato, dati gli interventi di FED e BCE. Cosa ci restituisce questo importante appuntamento? Direi l’evidenza di quanto diciamo da ormai un anno, le economie non possono reggere il passo di un decennio a tassi zero, politiche fiscali espansive e mercati finanziari tendenzialmente bullish da 12 anni (il più duraturo di sempre)! La temperatura del sistema, l’inflazione, segna una pandemia globale delle economie! I governatori di FED e BCE, quasi all’unisono, hanno ribadito che, nonostante gli scorsi rialzi dei tassi e la stabilizzazione (seppure a livelli ancora troppo alti) dell’inflazione, non hanno nessuna intenzione di allentare la presa sui rialzi e sulla politica restrittiva in generale (compresa la programmata riduzione del budget degli acquisti dei titoli di stato, quantitative tightening). A cosa porterà tutto ciò? inevitabilmente ad una recessione, soft o hard che possa essere. Insomma, come qui sostenuto ormai da mesi, l’ultimo rialzo dei listini azionari è stato solo un modo, nel periodo statisticamente più favorevole, per permettere ad Hedge Fund e società di gestione di chiudere un anno in modo non troppo disastroso approfittando del fatto che i piccoli investitori, abituati a 12 anni di soli rialzi, non sono “ancora” entrati nel panico. Tutti sanno della crisi della “New Economy” del 2000, pochi ricordano che i ribassi più accentuati furono nel primo semestre del 2001!
Cosa è successo sul nostro mercato di riferimento (S&P500) questa settimana?
Un mercato molto tecnico che non riesce ad uscire dal canale ribassista, in corso da ormai un anno, neanche nel periodo statisticamente più favorevole per il mercato azionario (novembre e dicembre, periodo del classico rally natalizio). In due settimane è stato bruciato più di un terzo dell’ultimo rialzo innescato nelle 8 settimane precedenti. Ora le cose sono chiare ma restano ancora gli Hedge Fund a tentare di chiudere l’anno con le ossa meno rotte possibile. Onestamente, senza dati oggettivi a suffragio e senza poter basare su ciò nessuna strategia operativa, ritengo che fino al 31 dicembre non avremo grandi ribassi sui mercati, ma da gennaio potremmo vedere andamenti molto più volatili.
Non è facile determinare dei livelli (oltre al fatto che nessuno può dire a che valore arriverà l’andamento di una determinata attività finanziaria) ma dal grafico sembrerebbe che potremmo vedere 3.300 punti di S&P500, ossia -15% dai valori attuali e un nuovo minimo del mercato bearish in corso.
Ovviamente non ci fa nessun piacere ad utilizzare argomentazioni da gufi ma ad essere più realisti del re a volte si rimette l’osso del collo e, inoltre, il 2000 e 2008 costituiscono un ottimo insegnamento per non commettere gli stessi errori.
Staremo qui a vedere come andrà, intanto buon fine settimana a tutti.