I mercati, ormai fermi sugli stessi valori da settimane, sembrano aver preso una pausa infinita. Sempre li, sotto la resistenza, come uno spadaccino innamorato del proprio virtuosismo adottato nelle parate e a cui piace tenere l’avversario sul filo del rasoio ma senza mai affondare il colpo decisivo. E tutto questo potrebbe anche essere ininfluente, dove c’è gusto non c’è pendenza, ma allo spadaccino baldanzoso e troppo convinto della propria forza non dovrebbe sfuggire che a volte può succedere l’imponderabile, il colpo fortunoso dell’avversario. Quest’ultimo, magari più debole, in quella occasione potrebbe avere dalla sua parte un raggio di sole che acceca la controparte, una imperfezione del terreno o un colpo fortunato che, sta di fatto, gli permette di affondare il colpo fatale! Sto cercando di dire che i mercati da troppo tempo sono sotto la resistenza e che, prima o poi, potrebbe cambiare lo scenario portando tutto a ribasso. Si parla di recessione alle porte, di periodo dell’anno più sfavorevole per i mercati azionari (‘sell in may and go away’), banche regionali USA, risvolti delle elezioni in Turchia, un dato meno positivo sull’inflazione, ecc…., insomma non è che il meteo-finanza ci riporti un cielo particolarmente sereno, privo di nuvole.
Come sono andati i mercati? Vediamone alcuni, sempre a scopo didattico.
Notare l’effetto spiegato la scorsa settimana, mentre lo S&P500 normale (quello che tiene conto delle capitalizzazioni dei titoli che lo compongono) resta nei pressi della resistenza di 4.200, quello “equal weighted”, ossia in cui ogni società pesa allo tesso modo, è molto più basso (ha formato un minimo nella stessa area di quello della settimana precedente) e addirittura prossimo alla linea rossa discendente che unisce i massimi ribassisti formati da inizio 2022. Fenomeno derivante dal fatto che il rialzo degli ultimi tempi è dovuto principalmente a 7 titoli, come appunto spiegato la scorsa settimana.
Stesso discorso per il Nasdaq che sembrerebbe quello più prossimo a rivedere l’ultimo massimo relativo di metà agosto nella versione 100 (primi cento titoli per capitalizzazione) mentre è certamente più distante nella versione “composite” che contiene tutti i titoli tecnologici.
Se tanto ci da tanto, visto che l’assunto è che a salire sarebbero sempre gli stessi 7 titoli non contenuti nel Dow Jones Indistrial Average e tantomeno nel Russell 2000 (parliamo chiaramente di Amazon, Alphabet, Tesla, Microsoft, Meta, Apple e Nvidia), abbiamo questi due indici che stentano nei rialzi, il Russell 2000 è quasi sui minimi di giugno ed ottobre 2022 mentre il Dow Jones ha formato dei massimi relativi ribassisti o raggiungendo quello di dicembre, abbondantemente superato da S&P500 e Nasdaq.
Insomma, negli USA le cose vanno molto diversamente da come a primo colpo d’occhio potremmo capire guardando gli indici principali (S&P500 e Nasdaq). Praticamente la recessione tecnica di cui parlavamo lo scorso anno (valore negativo dato dalla differenza tra pil asfittico e tasso di inflazione) si vedrebbe tutta sui mercati non fosse per le suddette “BIG SEVEN”!
Come se la passa l’Europa?
Vediamo alcuni indici europei.
L’Europa se la passa molto meglio degli USA, i rialzi sono stati finora convincenti e soprattutto corali, diversificati tra i vari titoli che compongono gli indici. L’Euro Stoxx 50 ha recuperato tutto dal dicembre 2021, a differenza degli altri indici che invece seguono a ruota ma hanno un 2% da fare ancora per rivedere i massimi del 2021 (per il FTSE MIB va considerato che sono stati staccati per due volte i dividendi, nel 2022 e 2023), ma più o meno siamo li. Ma, sebbene i grafici mostrino un rialzo, in realtà qualche differenza c’è, mentre l’Euro Stoxx 50 e il DAX (da cui il primo mutua buona parte dei titoli) sembrerebbero aver completato una tipica configurazione rialzista (le classiche 5 onde di Elliot) il FTSE MIB ha finora realizzato un doppio massimo il cui target discendente finale si porrebbe a 21.600.
Quindi, fondamentale sarà capire a brevissimo se le resistenze a 28.110 del FTSE MIB, a 4.420 dell’ Euro Stoxx 50, a 16.290 del DAX, a 4.300 del S&P500 e a 13.720 del Nasdaq 100 verranno definitivamente bucate al rialzo, altrimenti non sarebbe così improbabile vedere mercati in preda ad uno storno anche importante.
Ovviamente, questa è un’analisi basata sull’andamento dei grafici a puro valore statistico, ricordiamo sia che i mercati alla fine faranno ciò che riterranno, nessuno può sapere oggi ciò che avverrà domani, e sia che qui non si forniscono segnali di investimento. L’unico scopo di questi articoli è fornire degli strumenti per capire come poter prendere “autonomamente” delle decisioni consapevoli. La responsabilità delle scelte di investimento dei lettori è esclusivamente loro, noi non forniamo segnali. Questo è un percorso di studio, molto c’è ancora da spiegare sui vari aspetti che un buon investitore deve sapere prima di investire (money management, capacità di effettuare un’analisi macroeconomica, abbonamenti a servizi dati in real time, ecc….). Per le scelte di investimento raccomandiamo sempre i lettori di rivolgersi a professionisti in modo da dare la possibilità a questi ultimi di valutare sia il profilo di rischio che le esigenze future.
Alla prossima settimana, buon week end.